in copertina: Non mi vedo, olio su tela, cm 70×90
Di Angelo Crespi
Dopo anni di ricerca, Carmine Antonucci sembra aver trovato un proprio stile e una propria poetica, abbandonando ogni forma di inutile lirismo, in precedenza spesso esibito in modo eccessivo, per concentrarsi invece su forme più fredde e oggettive di realtà. In questo senso, proprio nella “nuova oggettività” devono ricercarsi le radici della Antonucci, il cui vero nome è Carmela, artista figurativa dotata di un’ottima tecnica e di grande senso estetico e coloristico: si pensi a un campione della Neue Sachlichkeit come Otto Dix e al suo “Ritratto dell’avvocato Hugo Simons” del 1925, in cui predominano in primo piano le mani ossute del committente, quadro che certamente è un punto di riferimento e confronto per gli ultimi lavori della pittrice italiana.
Le donne scapigliate della Antonucci, le cui chiome si trasformano magicamente in colorate carpe koi, si caratterizzano, infatti, proprio per le mani che si allungano verso lo spettatore e che diventano l’elemento portante della composizione, il punto focale che attrae il resto.
Nonostante il realismo, su tutto aleggia un sentimento di sospensione e di sogno tipico del surrealismo: le figure sono colte in pose di abbandono, oppure di frenetica messa in scena, su sfondi piatti e geometrici che ne fortificano la solitaria presenza/assenza.
Nata nel 1979 a Torricella (TA) vive e lavora a Sava (Ta). I suoi studi sono stati sin dall’inizio coerenti; si diploma nel 1997 presso il Liceo Artistico “Lisippo” di Taranto, per poi laurearsi, nel 2002, all’Accademia di Belle Arti di Lecce con il massimo dei voti, presso la cattedra di Pittura dell’ Artista Luigi Spanò. Il suo percorso artistico continua attraverso la ricerca di un linguaggio che possa sempre più identificarla. I tagli fotografici, dove le prospettive sono quasi aberrate, diventano una caratteristica importante del suo stile. II suoi personaggi sono bloccati in pose plastiche ma eleganti, circondati da pesci fluttuanti che nascono dai loro capelli che si muovono come trame ardite in uno spazio indefinito. I pesci sospesosi e silenziosi, simboleggiano un pensiero profondo e segreto che si muove fluttuante intorno ad esse. Il tempo è sospeso. Le mani, sempre molto importanti nelle sue opere, sono protagoniste. Levate e articolate si intrecciano ai fili dei capelli. Numerosi concorsi, articoli su riviste specializzate, mostre, collettive e personali, l’hanno resa nota al pubblico ma soprattutto alla Critica che ha riconosciuto in lei un grande talento Tecnico, Stilistico e Artistico. Carmìne Antonucci è presidente, art director e insegnante della scuola d’arte Art Inside, accademia nata con lo scopo di promuovere la formazione culturale, sociale e artistica del territorio. In e per Art Inside ogni individuo, comunità e talento è protagonista, autore, artista, promuovendo chiunque consideri la cultura e ogni espressione artistica baluardo dell’evoluzione, come fossero frammenti di un collage atto a riscattare le nostre vite, il nostro essere. “Carmíne Antonucci è anche cultrice di materia di Anatomia Artistica presso il corso di laurea di Decorazione, alla docenza del professor F. Scagliosi, dell’Accademia di Belle Arti di Lecce.